Una volta scelte le foto, il metodo migliore per conservare ricordi ed emozioni resta comunque quello della stampa. In questo articolo vedremo quali sono i metodi migliori per ottenere stampe di qualità in modo autonomo.
La stampa digitale
Tra i vantaggi della fotografia digitale troviamo certamente anche quello di poter scattare, a parità di costi, un numero più elevato di immagini, al fine di ricercare l’effetto paesaggistico voluto, l’espressione più significativa di un ritratto, ma anche per dare maggiore sfogo alla creatività e alla sperimentazione della tecnica. Questa possibilità genera mediamente una maggiore quantità di scatti, permettendo la scelta di quelli ritenuti tecnicamente più riusciti o emotivamente più significativi. Le immagini più cariche di significato non potranno però trasmettere emozione se non vengono condivise con il mezzo più appropriato.
Uno dei principali errori connessi con l’avvento della fotografia digitale è proprio quello di dimenticare nei dischi rigidi dei computer, o su altri supporti digitali quali i CD oppure i DVD, emozioni condivisibili solo ed esclusivamente attraverso il monitor nei pochi momenti successivi all’evento.
Con la pellicola si richiedeva, congiuntamente con lo sviluppo, anche la stampa dei fotogrammi scattati, scoprendo talvolta che solo alcune immagini erano pienamente riuscite. In fotografia digitale non dovrebbe essere diverso e, grazie alla possibilità di scegliere le immagini migliori tra tutte quelle scattate, bisognerebbe richiedere a un laboratorio o effettuare con la propria attrezzatura di stampa la stampa su carta delle fotografie da condividere immediatamente o da archiviare, per risvegliare le emozioni con amici o parenti in momenti successivi.
Stampare per rendere concreti i ricordi
Per condividere e risvegliare nel tempo le emozioni delle vostre fotografie, ricordatevi di stampare e conservare in album le fotografie più importanti, o comunque le immagini che non meritano di essere perse a causa della sola pigrizia. Sebbene con l’innovazione tecnologica si sia portati a immaginare visioni su computer, sul televisore o su mezzi multimediali, ricordate che la classica “vecchia” stampa resta sempre il miglior mezzo di condivisione, grazie alla sua vera semplicità, fruibile peraltro anche senza corrente elettrica. La fotografia scattata in forma digitale non preclude la possibilità di stampare su carta fotografica esposta e sviluppata analogamente a quanto richiesto a un laboratorio per una pellicola.
Si potranno consegnare i file, ospitati sulla card di memoria della fotocamera, su CD o DVD masterizzati, al laboratorio di stampa, richiedendo le stampe nella quantità e nei formati preferiti. Questa tipologia di stampa permette di ottenere immagini stampate sulla tipica carta fotografica e con essa mantenere la consistenza, l’impermeabilità, la brillantezza dei colori e la durata tipiche delle stampe da pellicola. Questa soluzione è certamente da preferire per annullare i tempi necessari per l’eventuale gestione e stampa in proprio, ma in questo caso si perdono le potenzialità di soggettivo e totale controllo del colore oltre alla possibilità di sperimentazione su supporti diversi con differenti combinazioni di carte e inchiostri.
Scegliere una stampante
Così come nella fotografia a pellicola, anche nella fotografia digitale il sistema risulta incompleto senza chiudere il processo con una stampa su carta. La fotografia digitale estende le possibilità di maggiore flessibilità permettendo di stampare su carta fotografica attraverso i tradizionali processi chimici offerti dai laboratori di stampa professionale oppure attraverso la scelta di una delle numerose tecnologie di stampa oggi disponibili, da preferire in base ai costi ed alle qualità ricercate. Non esiste infatti un metodo univoco di stampa ideale, in grado di soddisfare le esigenze di qualità e costi di tutti. Si sceglierà di stampare in laboratorio per mantenere il tipico aspetto fotografico; si stamperà con una stampante laser per impieghi da ufficio o per cataloghi di piccola tiratura su carta comune; si stamperà su una stampante a sublimazione per formati ridotti oppure con una a getto per la massima versatilità nella scelta del formato e del supporto carta, oltre a disporre di un’ampia scelta di inchiostri che permettono di raggiungere elevati risultati qualitativi.
Stampanti laser
Le stampanti laser, nate originariamente come le fotocopiatrici per stampe di testo e grafici in bianconero ed evolutesi nel tempo per stampe anche di immagini a colori, esistono sul mercato da molto tempo ma solo di recente sono scese di prezzo, anche se restano notevolmente più costose rispetto alla più economica tecnologia a getto d’inchiostro. Costituiscono certamente il mezzo che permette di stampare velocemente su carta comune con il minor costo per copia, ma i risultati qualitativi non si potranno neanche lontanamente paragonare a quelli ottenuti con la stampa fotografica, anche in bianconero. Non permettono di stampare su carta patinata e non producono un’immagine a vero tono continuo, anche se la retinatura di trama risulta molto piccola. Le stampanti laser costituiscono dunque un’ottima scelta per stampe aziendali e per la produzione di considerevoli quantità di documenti a colori, magari da rilegare come alternativa ai cataloghi divulgativi non stampabili con la tecnica tipografica CMYK, che offre prezzi competitivi abbinati esclusivamente a quantitativi davvero elevati.
Stampanti a sublimazione di colore
Le stampanti a sublimazione di colore prendono il nome dal processo fisico che permette la conversione di un solido in gas senza passare attraverso lo stato liquido. Un esempio è stato il ghiaccio secco, che sublima a temperatura ambiente sciogliendosi da un blocco solido e diventando vapore senza passare dallo stato liquido. Il funzionamento delle stampanti a sublimazione consiste quindi nel far aderire il colorante solido, depositato su una pellicola “ribbon”, su una carta speciale. Il trasferimento, normalmente in diverse fasi attraverso i tre coloranti della sintesi sottrattiva ciano, magenta e giallo, avviene grazie al passaggio della pellicola colorata su una testina termica, che scalda ogni singolo pixel di immagine da trasferire sul supporto carta. Molti modelli aggiungono anche un quarto passaggio per il trasferimento di una pellicola di protezione all’ultravioletto, per attenuare il decadimento dei colori della stampa nel tempo. Le stampanti a sublimazione offrono una vera stampa a tono continuo, anche se questa stessa caratteristica di fluidità e morbidezza rende difficile la riproduzione di contorni molto netti di fini dettagli. La tecnologia di stampa a sublimazione non può stampare su carta comune e richiede le pellicole colore della specifica marca, rendendo a oggi le stampe particolarmente onerose. Questa tecnologia, comunque più lenta di quella laser, intende offrire un’alternativa alle getto d’inchiostro, anche se potrebbe eventualmente competere con queste sui soli formati cartolina tipo 10×15.
Le stampanti a getto d’inchiostro
Le stampanti a getto d’inchiostro costituiscono certamente la soluzione ideale per la fotografia, sia a colori sia in bianconero, attraverso le numerose innovazioni introdotte e dedicate a ogni esigenza. Tra le numerose offerte sul mercato è bene orientarsi su quelle esplicitamente dedicate alla fotografia digitale, che di fatto potranno adempiere ai normali compiti da ufficio, ma nel contempo garantire anche la qualità cromatica e le prestazioni in risoluzione necessarie alle esigenze fotografiche. Le stampanti a getto d’inchiostro offrono inoltre interessanti potenzialità di stampa su lucidi per ottenere da questi intriganti soluzioni, da utilizzare in abbinamento alla stampa chimica bianconero da camera oscura. La tecnologia a getto d’inchiostro consiste a grandi linee nello spruzzare, sui supporti carta di diversa natura, microscopiche particelle di inchiostro, talmente piccole con le stampanti a elevata risoluzione da risultare indistinguibili all’occhio, anche attraverso una visione ravvicinata.
Le stampanti a getto d’inchiostro dedicate alla stampa fotografica supportano una gamma cromatica più estesa di quella offerta dalle stampanti laser, possono produrre stampe più nitide e sature rispetto a quelle a sublimazione e possono stampare su molti più tipi di supporto carta e in alcuni casi anche su tela. Spesso risultano anche più veloci di quelle a sublimazione, potendo “pennellare” a colori il supporto in un unico passaggio. Le stampanti a getto d’inchiostro sono certamente più economiche delle laser o di quelle a sublimazione e il costo di una singola stampa varia in base alla qualità richiesta e all’abbinamento tra la carta e gli inchiostri adottati. Sebbene le stampanti a getto d’inchiostro offrano la possibilità di scegliere tra inchiostri e supporti, è bene sapere che variandoli si alterano le qualità offerte dal produttore, che ha calibrato con precisione gli inchiostri, le prestazioni delle testine e l’assorbimento carta attraverso il pilotaggio driver. Le stampanti a getto d’inchiostro possono essere tendenzialmente suddivise in tre categorie: stampanti in quadricromia, quadricromia estesa e in esacromia.
Le prime usano gli stessi quattro colori utilizzati nella stampa tipografica e quindi cyan, magenta, giallo e nero, le seconde aggiungono due colori intermedi, cyan e magenta, per rendere più fluide le transazioni medie, in modo da produrre toni chiari più morbidi e toni scuri rafforzati.
Le stampanti con tecnica colore a esacromia aggiungono altri due colori, per estendere la gamma colore in tutte le sue saturazioni.
Normalmente, le stampanti a getto di inchiostro distribuiscono sulla carta le goccioline di inchiostro in quantità maggiore o minore, così da ottenere l’effetto chiaroscuro che produce i vari passaggi di tono. Nei dispositivi con tecnologia inkjet piezo (stampanti Epson o plotter Roland, che montano testine Epson) è possibile variare, oltre alla distribuzione delle goccioline, anche la loro dimensione e ottenere sfumature ancora più morbide.
Inchiostri e carte per ogni esigenza di stampa
Inchiostri e carte giocano un ruolo fondamentale nel processo di stampa. Consentono infatti di ottenere i migliori risultati e di sfruttare al massimo le prestazioni della stampante preservando l’integrità della testina. La ricerca e lo sviluppo da sempre dedicati da Epson all’evoluzione di tecnologie e soluzioni per la stampa digitale hanno reso possibile l’introduzione di inchiostri e tipi di carta specifici per ogni esigenza e applicazione di stampa.
Inchiostri
Nella stampa inkjet si distinguono fondamentalmente due categorie di inchiostri: a pigmento o a base colorante; questi ultimi sono normalmente richiamati “dye”. Gli inchiostri a pigmento sono a base minerale e offrono il pregio di una elevata durata nel tempo, anche se richiedono accorgimenti specifici in fase di produzione per garantire una ampia gamma cromatica. Gli inchiostri a base colorante sono invece di origine biologica e per questo motivo hanno normalmente una durata nel tempo limitata, a meno di usare accorgimenti quali carte specifiche. Il loro pregio sta nel fornire una gamma cromatica molto elevata. Va però detto che, sebbene i punti deboli delle varie tipologie di inchiostro siano compensati dalla ricerca dei produttori più importanti, un inchiostro che ha la formulazione adatta all’uso con una stampante non fornisce risultati identici quando montati su stampanti diverse. Questo spiega perché gli inchiostri “universali” venduti per ricaricare qualsiasi stampante non sono certo adatti all’uso fotografico. Usarli significa sicuramente buttare al vento molti soldi in carta e tempo, per scoprire poi che si ottengono colori diversi da quelli, fedeli, ottenibili solo con gli inchiostri originali.
Inchiostri Epson UltraChrome K3
Epson ha sviluppato una particolare tipologia di inchiostri a pigmento destinati alla fotografia professionale. La presenza di tre gradazioni di nero rende molto più morbidi e naturali tonalità, sfumature e dettagli, sia a colori sia in nero. Questi inchiostri si caratterizzano anche per ampio spazio colore e maggior stabilità nel breve periodo.
La possibilità di scelta tra carte di formato, peso e finitura differente permette di realizzare stampe adeguate alle esigenze più disparate. Quando si parte da una buona immagine digitale, stamparla su un suppoto adeguato è il mezzo più semplice e rapido per valorizzarne il contenuto, sia esso tecnico o artistico.
Carte speciali e fotografiche
Le carte sono l’ultimo anello della catena nel percorso di stampa ed è fondamentale che siano progettate per lavorare al meglio con gli altri elementi del processo. Ogni produttore propone diversi tipi di carta, ognuno adeguato a soddisfare diverse esigenze.
Prendendo come esempio l’offerta di Epson, la carta speciale fotografica del Perfect Picture Imaging System è stata la prima di una lunga serie di carte e supporti introdotti sul mercato per garantire i migliori risultati di stampa. Sono disponibili in grammature, finiture e formati diversi per soddisfare sia chi necessita di stampe professionali sia amatoriali. Carte fotografiche lucide e opache, formati di stampa dall’A6 al BO+ al rotolo, grammature fino a oltre 1000 g/m2, carte speciali quali lucidi per proiezioni, carta autoadesiva, carte sintetiche: quando si dispone di una scelta così ampia non c’è davvero limite a quello che si può realizzare! Le carte Epson possono essere suddivise in diverse categorie per caratteristiche e target di applicazione.
Carte opache “Matte”
Ideali per stampare con finitura opaca su supporti di spessore elevato, fino al cartoncino. Sono indicate per stampe da esposizione Fine Art o da archivio, brochure, album fotografici, cataloghi e per lavorazioni che richiedono trattamenti di finishing addizionali, come la plastificazione o la polimerizzazione.
Carte lucide e semilucide
Le carte lucide e semilucide possono avere o meno un rivestimento in resina. Le prime sono destinate alle applicazioni fotografiche professionali. La resina può essere a sua volta microporosa o polimerica. La resina microporosa agisce come una spugna, incorporando le particelle di inchiostro negli interstizi della resina ed è adatta sia agli inchiostri dye sia a quelli a pigmenti. Molto rapida è l’asciugatura. La resina polimerica, invece, agisce attraverso un rigonfiamento della resina in fase di assorbimento dell’inchiostro. È compatibile solo con gli inchiostri dye, di cui ottimizza la durata creando uno strato protettivo. Le carte senza rivestimento in resina garantiscono una buona resistenza e sono destinate prevalentemente alla stampa fotografica digitale amatoriale.
Carte speciali
Alcune carte hanno finiture particolari per rispondere alle esigenze del settore della fotografia professionale e della grafica. Si va dalle carte con superficie “martellata” alle carte telate o vellutate per stampe artistiche, tra cui Velvet Fine Art Paper e PremierArt Water Resistant Canvas. È possibile inoltre stampare su cartoncino come il PosterBoard e in generale su supporti rigidi fino a 1,5 mm di spessore disponibili in vari formati.
Autore: Giuseppe Maio – Tratto da: Fotografia digitale reflex – Edizioni FAG Milano