Quando si parte per le vacanze o per una breve gita fuori porta, la macchina fotografica viene sempre con noi per immortalare i momenti più belli, i panorami e i monumenti che incontriamo lungo il nostro cammino. In questo articolo vedremo come prepararci adeguatamente e quali tecniche e comportamenti adottare a seconda di cosa si fotografa.
Preparativi per un viaggio
Il viaggio non è necessariamente una condizione che si misura in tempo o in chilometri. Il viaggio è una condizione della mente. Anche una giornata trascorsa fuori porta in gradevole compagnia può essere considerata un viaggio. Anche una gita pomeridiana nel circondario, se vissuta con lo spirito corretto, può essere considerata un viaggio e sicuramente riserverà sorprese a un occhio attento e aperto agli imprevisti della vita.
Ovviamente un viaggio di una giornata, con rientro alla base in serata presenterà problematiche molto differenti rispetto a un lungo viaggio verso una destinazione esotica e i preparativi da adottare dovranno per forza di cose essere differenti.
Naturalmente la fotocamera deve essere in perfetto ordine, le lenti ben pulite e la scheda di memoria completamente libera da fotografie precedenti.
Se è vero che una fotocamera ultracompatta può essere agevolmente trasportata nel taschino (dove potremo estrarla al volo ogni volta che ne avremo voglia), per fotografie da scattare in viaggio, è forse più adatta una fotocamera magari un po’ meno compatta, ma con qualche impostazione manuale e semiautomatica e, soprattutto, con uno zoom di generose dimensioni, in grado di abbracciare un ampio panorama ma anche di cogliere un dettaglio minuto o un soggetto lontano.
Se possibile, dotiamola di eventuali aggiuntivi ottici in grado di estendere la lunghezza focale dell’obiettivo nel campo grandangolare o tele.
Acquistiamo, a seconda del numero di fotografie che intendiamo scattare nel corso di una giornata e del numero di volte che intendiamo utilizzare il flash, un secondo o anche un terzo pacco batterie o set di batterie ricaricabili. Se la fotocamera usa batterie di tipo standard, portiamo anche un set di batterie alcaline non ricaricabili, da utilizzare eventualmente in caso di emergenza. Come ultima risorsa potremo acquistare, se possibile, delle batterie standard, una possibilità preclusa a chi utilizza una fotocamera che impiega batterie (battery pack) di formato proprietario, realizzate dal costruttore.
Se il viaggio è lungo e possiamo portare con noi un PC portatile, possiamo limitarci a utilizzare un’unica memory card di capacità adeguata (una fotocamera da 10 Mega-Pixel può memorizzare su una memory card da 2 GB in media circa 200 fotografie). Alla sera, tornati alla base, potremo scaricare le fotografie sul computer e ripulire il contenuto della memory card, pronta per un’altra giornata di scatti. In caso contrario dovremo necessariamente procurarci due o più memory card di capacità adeguata alla durata del viaggio e al numero di fotografie che intendiamo scattare. Inoltre prendiamo l’abitudine di eliminare dalla memory card tutte le fotografie insoddisfacenti, in modo da liberare spazio per nuove fotografie. Se lo spazio sulle memory card è veramente limitato e se la fotocamera lo consente, impieghiamo pure la risoluzione massima della fotocamera, ma scegliamo un livello di compressione JPEG più aggressivo, che produca file di dimensioni più compatte. In questo modo potremo memorizzare nella stessa memory card fino al 20% di fotografie in più, accettando una piccola perdita di qualità.
Nota
Normalmente con l’apparecchio fotografico il costruttore fornisce una memory card di capacità molto limitata, che consente di provare la fotocamera fin da subito, magari nel negozio di fotografia in cui la acquistiamo. Non dimentichiamola mai a casa! Se per qualsiasi motivo (magari perché abbiamo girato con la fotocamera un filmato che ha occupato molto spazio sulla memory card) dovesse esaurirsi completamente la capacità della scheda principale, avremo con noi una piccola ancora di salvezza che ci consentirà di scattare una manciata di fotografie in più.
Ricordiamo di portare con voi un caricabatterie adeguato per il formato delle batterie che utilizziamo. In alcuni paesi vengono utilizzate prese di corrente di formato incompatibile con gli standard italiani. In questo caso dovremo procurarci in un negozio attrezzato un adattatore multi-standard o specifico per il paese in cui ci rechiamo. Qui potremo acquistarlo a un prezzo contenuto, mentre in loco potremmo avere difficoltà a reperire un accessorio adatto, con conseguenti perdite di tempo e sorprese sul prezzo.
Se la località in cui ci rechiamo presenta condizioni climatiche avverse (polvere, sabbia o umidità), installiamo, se possibile, una lente protettiva per l’obiettivo. In questo modo ogni eventuale lieve urto o graffio interesserà unicamente tale lente e non correremo il rischio di danneggiare irrimediabilmente la preziosa lente frontale della fotocamera.
L’apparecchio fotografico e in particolare il display a cristalli liquidi sono particolarmente sensibili alle alte e basse temperature. In condizioni estreme il display a cristalli liquidi potrebbe risultare completamente inutilizzabile e apparire completamente nero. Questo non significa che la fotocamera si sia guastata, ma solo che i cristalli liquidi del display hanno perso momentaneamente le loro proprietà. Basterà riportare per circa mezz’ora la fotocamera a una temperatura compresa nei limiti operativi dichiarati e il display a cristalli liquidi tornerà a funzionare. In questi casi è utile poter contare su un mirino ottico, sempre funzionante anche se impreciso, o anche su un mirino a cristalli liquidi (che essendo collocato internamente alla fotocamera risulta meno esposto alle escursioni termiche).
Le fotocamere digitali, come ogni apparecchio elettronico, non gradiscono i bruschi sbalzi di temperatura e di umidità. Se ci troviamo a passare da un ambiente freddo a uno caldo e umido, sul corpo della fotocamera e sulla superficie interna ed esterna delle lenti l’umidità potrebbe formare una condensa che potrebbe rendere temporaneamente inutilizzabile l’apparecchio. Ovviamente questa è una situazione indesiderabile, ma raramente presenta veri rischi. Basta attendere che il corpo della fotocamera raggiunga la temperatura ambiente e la condensa si dissolverà senza lasciare traccia. Resistiamo alla tentazione di pulire, anche con un panno apposito, la lente frontale dell’obiettivo, ma piuttosto armiamoci di pazienza e attendiamo che la fotocamera si sia acclimatata con la temperatura ambientale.
Nota
Non dobbiamo mai usare la fotocamera quando su di essa si forma la condensa. Potremmo correre il rischio di danneggiarla irreparabilmente.
Se dobbiamo usare l’apparecchio in condizioni climatiche estremamente rigide, conserviamolo sotto la giacca, a contatto con il corpo; in questo modo potremo estrarlo e scattare fotografie senza troppi problemi, in quanto la fotocamera conserverà per qualche tempo la normale temperatura di esercizio.
Suggerimenti per la fotografia di viaggio
Turisti e viaggiatori fotografano in due modi completamente diversi: i primi si limitano a fotografare quanto gli sta intorno, immagini da mostrare orgogliosi ai propri amici; i secondi sono cacciatori curiosi, alla ricerca di un particolare, un volto, uno scorcio, che evochi uno stato d’animo, un ricordo, perfino un profumo.
Detto questo la distinzione ovviamente non è poi così netta: il turista ogni tanto è anche curioso e si lascia catturare dal fascino di un’immagine particolare, un po’ diversa da quelle cui è abituato; il viaggiatore non è poi un personaggio così serio e indagatore e naturalmente vorrà portare a casa anche un ricordo più “tradizionale” di un viaggio.
Chi, in un viaggio a Parigi, saprebbe resistere alla tentazione di fotografare la Tour Eiffel? Nessuno, giustamente, ma naturalmente c’è modo e modo di rappresentare anche un oggetto così noto.
Fotografie di monumenti
Durante un viaggio probabilmente scopriremo palazzi, templi e antiche vestigia che vale la pena di fotografare. Dedichiamo qualche scatto a fotografie “tradizionali” del tipo che possiamo immaginare su una cartolina: per esempio in un palazzo, collochiamoci esattamente sull’asse centrale e arretriamo finché il grandangolo non abbraccerà l’intero edificio o quanto meno la sua parte più significativa, come nell’esempio di figura 1).
Poi però proviamo a cambiare prospettiva, ad avvicinarci o a spostarci di lato, a cogliere qualche altro elemento da porre in primo piano e da utilizzare insieme al monumento per ottenere uno scatto più personale o più significativo, come in figura 2. Pensiamo allo stato d’animo che voleva evocare l’architetto e cominciamo a osservarlo in quest’ottica, individuando scorci insoliti e suggestivi.
Poi proviamo a indugiare con il teleobiettivo (meglio se dotato di un’estensione almeno 10✕) sui particolari architettonici: sulla facciata dell’edificio individueremo probabilmente tanti particolari, volti, parapetti, finestre, statue e tanti altri elementi che normalmente sfuggono a un occhio disattento, vedi figure 3 e 4. Nella scelta dei particolari possiamo applicare e affinare il nostro gusto estetico e ricercare nella città o nel paese che gli stili architettonici e artistici che preferiamo.
Possiamo lasciar spaziare lo sguardo verso l’alto, lontano dalla strada, dove talvolta troviamo particolari insospettabili, magari proprio “dietro casa”.
Se un particolare curioso attrae la nostra attenzione, fotografiamolo: uno scatto in più non ci costerà nulla e, una volta tornati a casa, ci ricorderà una determinata situazione e un determinato stato d’animo, anche se magari decideremo di non mostrarlo ad altri o stamparlo su carta ma ci limiteremo a osservarlo sul monitor del PC.
Tutte queste considerazioni hanno un’implicazione tecnica: per riuscire a scattare agevolmente fotografie di edifici di grandi dimensioni è utile che la fotocamera sia dotata di un obiettivo sufficientemente grandangolare. Purtroppo molte fotocamere digitali non offrono una grande estensione in questo campo.
La soluzione può essere duplice: acquistare, se disponibile, un aggiuntivo grandangolare in grado di ampliare il campo visivo della fotocamera; in questo caso dovremo solo preoccuparci di non eccedere e di curare la linearità delle rette che passano verso i margini della fotografia, le quali subiranno la caratteristica curvatura introdotta dalla deformazione prospettica dovuta alla lunghezza focale grandangolare. Inoltre ricordiamoci di non utilizzare l’aggiuntivo grandangolare con l’obiettivo zoom in posizione tele: otterremmo risultati di pessima qualità.
La seconda soluzione consiste nell’eseguire scatti multipli da impiegare per creare una composizione, utilizzando l’impostazione offerta da alcune fotocamere: tali scatti potranno poi essere riuniti in un’unica fotografia utilizzando un apposito software.
All’estremo opposto, per cogliere i particolari di una facciata, dobbiamo poter contare su un buon teleobiettivo e dunque su uno zoom da 10✕, 12✕ e oltre. Se ciò non fosse possibile, dovremo procurarci l’eventuale aggiuntivo ottico teleobiettivo per la nostra fotocamera (ma a questo punto la dotazione comincia a farsi un po’ troppo pesante).
Per scattare fotografie notturne, adottiamo i suggerimenti presentati in precedenza nell’articolo “Scatto delle foto di amici e familiari“: usiamo un supporto stabile nelle vicinanze (un muretto, una panchina o anche una ringhiera) e, se possibile, scattiamo la fotografia con l’autoscatto. Scegliamo se possibile l’impostazione fotografia notturna della fotocamera, altrimenti scegliamo la modalità programmata o a priorità dei tempi o manuale e sottoesponiamo la fotografia di 1 f-stop. In questo modo otterremo una resa più corretta della fotografia notturna, con neri pieni e luci ben dettagliate.
Fotografie di paesaggi
Capita di trovarsi di fronte a un panorama mozzafiato e di provare un desiderio irresistibile di rappresentarlo in una fotografia; ma poi il risultato che otteniamo non risulta all’altezza delle aspettative.
Da un lato, naturalmente, non possiamo pretendere che una fotografia susciti le stesse emozioni del paesaggio vero e proprio, ma dall’altro, spesso si commette l’errore di lasciare la fotocamera impostata in modalità automatica. In queste condizioni, l’esposimetro calcolerà un’esposizione media del livello di luminosità ambientale. Se disponibile, scegliamo sulla fotocamera la modalità panorama che sottoespone leggermente la fotografia utilizzando un tempo di scatto un po’ più rapido rispetto all’impostazione automatica. In questo modo l’azzurro del cielo risulterà più saturo e anche i dettagli del terreno saranno più nitidi.
Qualora la fotocamera non fosse dotata di una impostazione panorama, proviamo a intervenire sull’eventuale comando di correzione dell’esposizione, correggendolo di un fattore di 1/3 o 1 f-stop. Se poi la fotocamera offre un’impostazione manuale, potremo correggere a piacere l’esposizione.
Come ultima possibilità, puntiamo la fotocamera verso un’area distante e particolarmente luminosa, premiamo fino a metà corsa il pulsante di scatto per memorizzare questa impostazione, poi inquadriamo nuovamente il panorama e scattiamo.
Mentre siamo impegnati a scattare la fotografia panoramica, proviamo anche a curiosare con l’obiettivo in posizione tele (ma non digitale) nei dintorni per individuare scorci particolari, come quello di figura 6, o elementi curiosi come quello di figura 7. Potremo in questo modo cogliere elementi del paesaggio che vale la pena di rappresentare.
La fotografia di un panorama può risultare inevitabilmente piatta. Cerchiamo, se possibile, di scegliere fra ciò che ci circonda un soggetto (animato o inanimato) da collocare in primo piano. Ciò accentuerà la profondità della fotografia. Dovendo mettere a fuoco due soggetti (quello in primo piano e lo sfondo) possiamo operare sulla profondità di campo: se il livello di illuminazione lo consente e se la fotocamera è dotata dell’esposizione a priorità dei diaframmi, scegliamo un diaframma piuttosto chiuso e mettiamo a fuoco qualcosa che si trovi in una posizione intermedia fra il soggetto e lo sfondo. Così facendo otterremo una profondità di campo totale, che comprende il soggetto e lo sfondo. Questa operazione non dovrebbe presentare particolari problemi, per il fatto che normalmente per le fotografie di panorami vengono impiegate lunghezze focali grandangolari che offrono sempre un’ottima profondità di campo.
Un paesaggio montano può essere maestoso, ma può essere reso al meglio scegliendo un deciso taglio orizzontale. Il tipico formato 4:3 delle fotocamere compatte, adatto allo schermo televisivo, non è altrettanto adatto per rappresentare un panorama: possiamo scegliere la posizione grandangolare o eventualmente un aggiuntivo ottico grandangolare e abbracciare il più possibile la successione di cime che ci si presenta davanti; oppure possiamo utilizzare l’eventuale posizione stitch offerta dalla fotocamera, impostare l’obiettivo zoom in una posizione tele e scattare una sequenza di fotografie utilizzando le indicazioni fornite dalla fotocamera. Questi scatti potranno poi essere “incollati” per formare un’unica lunga foto orizzontale dall’aspetto impressionante.
Fotografare le persone
Se viaggiamo in compagnia, non dimentichiamoci di fotografare i nostri compagni di viaggio che condividono con noi questa avventura. Tuttavia capita frequentemente nel corso di un viaggio anche non troppo distante di scovare personaggi che per espressione, abbigliamento o altre caratteristiche vale la pena di catturare, magari per l’attività che stanno svolgendo. Possiamo naturalmente chiedere cortesemente alla persona in questione se accetta di farsi fotografare e avremo così uno scatto probabilmente perfetto, con una persona magari sorpresa dalla richiesta e ferma in posa davanti all’obiettivo, ma possiamo anche adottare un’altra tecnica.
Parlando di fotografia “di sorpresa” ai bambini, nello scorso articolo, abbiamo fornito alcuni suggerimenti utili per riprenderli mentre svolgono con la massima naturalezza le loro attività. Questa stessa tecnica può essere adottata anche con persone adulte, in modo da coglierle con espressioni più naturali e perfettamente a loro insaputa. Inoltre in alcuni paesi è problematico scattare fotografie a persone di sesso femminile, come in figura 8 e dunque questo può essere l’unico modo per ritrarle.
Sediamoci in una posizione appropriata con aria distratta e con lo sguardo rivolto altrove e usiamo quanto più teleobiettivo possiamo (possibilmente senza utilizzare lo zoom digitale) per “avvicinarci” al soggetto. Scegliamo la modalità ritratto o, se possibile, la modalità priorità dei tempi, impostiamo un tempo piuttosto rapido (almeno 1/125 di secondo) per non correre il rischio di scattare fotografie mosse e quindi scattiamo la fotografia. Il soggetto probabilmente non si accorgerà neppure di essere stato fotografato e potremo coglierlo con espressioni perfettamente naturali.
Dobbiamo abituarci a individuare questi personaggi fra la folla; a volte saranno loro stessi a mettersi in mostra e non sarà difficile scovarli. Fotografie di questo tipo potranno con facilità diventare fra i ricordi più indelebili di un viaggio.
Possiamo anche divertirci a cogliere i nostri compagni di viaggio in espressioni o atteggiamenti caratteristici, per immortalare non solo una persona, ma anche i suoi atteggiamenti e la sua storia.
Autore: Paolo Poli – Tratto da: Fotografia digitale Guida completa – Apogeo